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Chimici

Ne corso dell’ultimo secolo, l’uomo ha introdotto una gran quantità di sostanze chimiche nell’ambiente. Una buona parte dei rifiuti proviene da processi industriali ed agricoli. Alcuni sono stati designati come materiali strutturali mentre altri sono stati ideati per varie funzioni, come la cura dei malati o per sradicare insetti ed erbacce. È ovvio che alcuni chimici hanno la loro utilità ma purtroppo molti di essi sono tossici ed il danno che arrecano all’ambiente ed alla nostra salute è maggiore rispetto ai benefici che portano alla società. S’impone quindi una migliore gestione dei rischi, utilizzando solo chimici non dannosi.

I chimici entrano nell’aria come emissioni e nell’acqua dagli scarichi. Le emissioni industriali e veicolari d’ossido d’azoto e zolfo causano le piogge acide, che avvelenano i pesci ed altri organismi acquatici nei fiumi e nei laghi, limitando la capacità del terreno di sostenere le piante. L’anidride carbonica causa l’effetto serra ed i mutamenti climatici. I clorofluorocarburi (CFC) sono invece la causa della distruzione dell’ozono nella stratosfera e provocano potenziali seri danni ambientali provenienti da radiazioni ultraviolette. L’eccedenza di fertilizzanti chimici e sostanze nutrienti provenienti da fattorie e giardini provocano un’accumulazione di alghe tossiche nei fiumi, rendendoli inabitabili agli organismi acquatici e sgradevoli all’uomo. Alcuni chimici tossici percorrono il tragitto dalle discariche fino all’acqua sotterranea, ai fiumi ed agli oceani, dando luogo a mutazioni genetiche che compromettono la capacità delle forme di vita di riprodursi.

L’impatto delle attività umane sull’ambiente è complesso ed infuenza una catena di ecosistemi interconnessi. L’estinzione delle specie su tutta la catena potrebbe significare la perdita di materiale genetico utile o droghe contro il cancro, oppure la perdita d’alternative più sane ai pericolosi chimici in uso al momento.

Organocloridi

I composti organocloridici come il bifenile policlorinato o PCB erano stati, in origine, sviluppati per l’utilizzo nelle apparecchiature elettriche come agenti raffreddanti, e sono chimici decisamente pericolosi. In fase di lavorazione e smaltimento di prodotti contenenti il PCB si sono verificate, spesso accidentalmente, fuoriuscite di milioni di litri di PCB. Per quanto la loro lavorazione sia stata interrotta negli Stati Uniti durante gli anni 70, e siano tuttora in fase di graduale eliminazione, rimangono comunque difficili da identificare, sono quasi indistruttibili e continuano ad esistere. La contaminazione da PCB è piuttosto estesa e rimane nell’ambiente a lungo. Si possono trovare nel latte e nei grassi umani, nel fegato e nei tessuti cerebrali.

I PCB si accumulano nelle catene alimentari e livelli elevati sono stati trovati nelle specie marine, in particolare nei mammiferi ed uccelli marini, persino decenni dopo l’interruzione della loro produzione. Gli individui che consumano quantità considerevoli di pesce contaminato, come i pescatori sportivi, sono categorie particolarmente a rischio di esposizione ai PCB. I bambini in allattamento potrebbero accumularne notevoli livelli derivanti dal latte umano a causa del loro peso limitato. Coloro che lavorano con macchinari elettrici datati, che sono esposti a combustioni di PCB e siti contenenti scorie dannose, hanno una maggiore tendenza all’assorbimento dei PCB attraverso l’inalazione o al contatto epidermico. I PCB sono cancerogeni e possono danneggiare il fegato, il sistema nervoso e riproduttivo degli adulti. Durante la combustione dei PCB, inoltre, si possono formare ulteriori diossine.

Le Diossine

Le diossine rappresentano una classe di chimici estremamente tossici e sono un sottoprodotto della fabbricazione, della fusione e della combustione di chimici organici e plastica contenenti cloro. Sono i chimici organici di creazione umana più tossici conosciuti e persino in piccole percentuali per trilione, rappresentano lo stesso una minaccia per la salute. Le diossine sono quasi indistruttibili e sono espulse solo gradualmente dal corpo. Cominciarono a farsi una reputazione durante la Guerra del Vietnam, quando i veterani ed i civili Vietnamiti erano esposti all’Agente Orange contaminato dalla diossina e si ammalavano gravemente. Le uniche altre sostanze più dannose delle diossine sono le scorie radioattive.

Bird and chemicals. Image by Information for Action, a website for conservation and environmental issues offering solutions

Le diossine entrano nel corpo attraverso il cibo e si accumulano nei grassi corporali. Si attaccano quindi ai ricettori cellulari, interrompono le funzioni ormonali nel corpo ed influenzano anche le funzioni genetiche. Il nostro corpo non ha difese contro le diossine ed esse potrebbero essere la causa di una serie di problemi come il cancro, la riduzione delle immunità, i disordini del sistema nervoso, gli aborti spontanei e deformità alla nascita. Gli effetti possono essere ovvi o impercettibili. Dal momento che agiscono sulle funzioni genetiche, possono causare malattie genetiche ed interferire con lo sviluppo infantile. Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, il diabete, l’endometriosi, la sindrome da affaticamento cronico e rari disordini nervosi e sanguigni sono stati collegati all’esposizione a diossina e PCB.

Nel corso degli ultimi 40 anni, si sono registrati dei notevoli aumenti nella fabbricazione e nell’uso di chimici organici a base di cloro. Diossine sono state scoperte ad altissime concentrazioni in prossimità di siti dove erano state prodotte ed anche in aree dove insetticidi ed erbicidi erano stati ampiamente utilizzati, come fattorie e frutteti, oppure di fianco a linee elettriche o ferroviarie. Sono anche state scoperte a valle, provenienti da cartiere dove chimici a base di cloro venivano utilizzati per sbiancare la pasta di legno per la carta.

Negli ultimi anni, prodotti domestici di plastica andati in disuso assieme a rifiuti industriali e medici, sono stati eliminati per combustione negli inceneritori. Si sono quindi formate delle diossine durante tale processo di combustione che sono, in seguito, state trasportate per centinaia di miglia sotto forma di granellini di cenere, contaminando le campagne. Si depositano quindi su pascoli e raccolti e vengono consumate da mucche, maiali e polli. Entrano nei laghi, ruscelli ed oceani, dove vengono assimilate dai pesci. La catena alimentare ne paga quindi le conseguenze, dal momento che tali diossine appaiono nella carne e nel latte, accumulandosi nelle cellule grasse del corpo umano.

Cadmio

Il cadmio è un effetto naturale che si trova nella crosta terrestre combinato con altri elementi. Si forma generalmente come minerale come l’ossido di cadmio, il cloruro di cadmio ed il sulfato di cadmio. Sebbene tali componenti siano altamente tossiche, sono tuttavia meno dannose quando sono legate a rocce. Sono presenti sia nel carbone che nel terreno.

Il cadmio è utile perchè non è facilmente soggetto a corrosione. Lo si usa nelle batterie, nella plastica, nei pimenti e nei rivestimenti in metallo. Il cadmio penetra nell’ambiente attraverso le discariche, a causa d’inadeguate misure di smaltimento dei rifiuti e fuoriuscite nei siti d’accumulazione di scorie nocive. Si produce con estrazioni minerarie, ed altre attività industriali. Le particelle di cadmio entrano nell’atmosfera nei luoghi dove si brucia il carbone per usi energetici e dove si inceneriscono rifiuti domestici. Queste particelle possono percorrere considerevoli distanze prima di cadere a terra o di finire in acqua. Diverse tonnellate di cadmio vengono scaricate annualmente nei nostri mari od oceani. Gli animali e le piante assimilano il cadmio quando è presente nell’ambiente. Se si consumano cibi contaminati dal cadmio, ne potrebbero conseguire irritazioni al nostro sistema digestivo, con conseguenze come il vomito e la diarrea. Se inalato, potrebbe danneggiare i polmoni. A lungo andare, il cadmio si accumula nel corpo, anche in casi di bassa esposizione, e risulta poi difficile da espellere. Un’eccessiva accumulazione di cadmio potrebbe causare malattie ai reni ed alle ossa.

Come assimiliamo il cadmio :

  • Inalandolo durante il lavoro nelle fabbriche di batterie o dove si effettuano operazioni di saldatura o brasatura.

  • Inalandolo quando ci si trova in prossimità di centrali elettriche o fabbriche dove si bruciano combustibili fossili.

  • Consumando cibi nel quale ha la tendenza ad accumularsi, come crostacei, fegato e reni.

  • Bevendo acqua contaminata

  • Fumando sigarette

L’Ozono

L’ozono è un elemento inquinante dell’aria. Può essere incolore o bluastro ed ha un odore molto pungente.

Australian gum tree and chemicals. Image by Information for Action, a website for conservation and environmental issues

Ha origine da scariche elettriche provenienti da stampanti a laser, fotocopiatrici ed alcuni lettori di microschede. Gli elettricisti, i periti elettronici, i tecnici riparatori di televisori o radio e gli operatori cinematografici sono le categorie più esposte a questi effetti. L’ozono viene anche utilizzato nell’industria chimica come agente ossidante: nello sbiancamento della carta, della pasta di legno, della farina, della fecola e dello zucchero; per trattare alcuni profumi, per seccare gli inchiostri da stampa, deodorizzare le piume, nel trattamento dei rifiuti industriali e come disinfettante per il cibo.

L’ozono viene anche creato dall’azione della luce solare sugli ossidi d’azoto, idrocarburi o componenti organici volatili. Gli ossidi d’azoto vengono liberati nelle emissioni degli scappamenti delle auto e nella combustione dei gas, oli e carbone per uso sia domestico che industriale. Gli idrocarburi sono liberati in forma di vapore da benzina e prodotti industriali e casalinghi contenenti solventi, come vernici.

Alti livelli d’esposizione all’ozono potrebbero avere conseguenze come problemi respiratori, cianosi (pelle bluastra dovuta a mancanza d’emoglobine nel sangue) e edema polmonari (annegamento dei polmoni). Bassi livelli possono causare fiato corto, irritazione agli occhi ed alle membrane mucose, secchezza delle narici e della gola, affaticamento, mal di testa, spossatezza, confusione, nausea e tosse secca. Lascia un sapore ed un odore acre. Un’esposizione ripetuta all’ozono potrebbe aver come conseguenza malattie respiratorie. Può esacerbare i problemi di respiratori come l’asma o la rinite, soprattutto nei bambini e negli anziani. La tossicità dell’ozono è aumentata dalla sua interazione con altri ossidanti dell’ambiente. Danneggia inoltre i raccolti e gli alberi

Conclusione

Chemical figures table. Image by Information for Action, a website for conservation and environmental issues offering solutions

Chimici potenzialmente pericolosi come quelli appena descritti vengono introdotti continuamente nell’ambiente. Come nel caso dei PCB, il loro effetto su esseri viventi potrebbe manifestarsi solo dopo svariati anni dalla loro diffusione. Centinaia di migliaia di diversi chimici sono soggetti a campagne di marketing in tutto il mondo. Di questi, 5000 sono prodotti in quantità che superano le 10 tonnellate l’anno, e 1500 sono prodotti in quantità superiori alle 1000 tonnellate annuali.

Non disponiamo di sufficienti informazioni sugli effetti che tali chimici industriali possono avere sull’ambiente ed il loro effetto sull’uomo. Manca un corretto equilibrio tra l’attività umana e la sostenibilità ecologica.

Come potete contribuire

Usate prodotti biodegradabili. Create i vostri detergenti usando materiale sicuro. Eliminate i rifiuti chimici in modo responsabile, non buttateli nello scarico del lavandino. Fate attenzione alla manutenzione della vostra casa e del vostro giardino. Non bruciate plastica

Evitate i chimici organici che riportano il termine ‘cloro’ tra i componenti, compresi i conservanti del legno, gli erbicidi e gli insetticidi. Evitate anche la candeggina a base di cloro (ipoclorito di sodio) ed i prodotti che lo contengono. Usate invece candeggina ossigenata. Utilizzate prodotti in carta non sbiancati. Evitate gli spray antipulci alla permetrina. Evitate i prodotti fatti od impacchettati con il cloruro di polivinile (PVC) ed anche le pellicole aderenti per la conservazione degli alimenti, fatta eccezione per quelli che contengono plastica senza cloro.

Lizard and chemicals. Image by Information for Action, a website for conservation and environmental issues offering solutions

Per minimizzare il rischio d’accumulo di diossine nel corpo, evitate tutti i prodotti caseari interi e le carni grasse come il manzo o il maiale. Lavate attentamente la frutta e la verdura per rimuovere i residui di pesticidi clorofenoli. Evitate l’uva, sia fresca che passa, a meno che l’etichetta non riporti chiaramente la dicitura: da coltivazione organica. Evitate i saponi, i dentifrici ed i deodoranti che contengono il ‘triclosan”, un clorofenolo.

Si possono ridurre le diossine nell’ambiente interrompendo la produzione del PVC e degli altri chimici a base di cloro. Se il vostro governo locale manda i propri rifiuti ad un inceneritore, scrivete loro una lettera od un email richiedendo espressamente l’interruzione della combustione di plastica e l’introduzione di un servizio di riciclaggio comprensivo. Scrivete una lettera o un email alle aziende e richiedete loro espressamente di rimpiazzare le plastiche a base di cloro con dei sostituti ecosostenibili. Chiedete al vostro supermarket di vendere prodotti al 100% senza cloro. Associatevi o formate dei gruppi a tutela dell’ambiente con campagne contro i chimici nocivi.

Scrivete un email all’editore del vostro giornale locale e fate pressioni affinché pubblichi le vostre preoccupazioni riguardo l’uso locale dei chimici e sulle tematiche inerenti al riciclaggio.

Coloro che lavorano col cadmio dovrebbero fare attenzione a non inalare la polvere e dovrebbero fare altresì attenzione a non trasportarlo a casa dal lavoro con i vestiti, pelle e capelli impregnati. Si raccomanda inoltre di variare molto l’alimentazione per prevenire il rischio d’eccessiva ingestione di livelli tossici di cadmio.

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Bibliografia

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